Recensione dalla serata del 29 luglio 2025 – Rassegna estiva ‘Se una notte d’estate uno spettatore’
Ieri sera, avvolti da una brezza finalmente piacevole, grazie alle piogge degli ultimi giorni, ci siamo ritrovati al Parco della Pace, Centro Sociale Falcone e Borsellino per la proiezione di Siccità, il film di Paolo Virzì evento finale della rassegna estiva 2025 “Se una notte d’estate uno spettatore” del Comune di San Giorgio di Piano.
Un titolo che, alla luce delle cronache ambientali e sociali degli ultimi anni, è sembrato quanto mai attuale – quasi profetico.
Nel silenzio raccolto del parco, spezzato solo da qualche cicala tardiva e dal fruscio delle foglie, Siccità ha avvolto gli spettatori in un’atmosfera sospesa e inquieta, proprio come il mondo che racconta: una Roma in cui non piove da tre anni, gli invasi sono vuoti, le falde esaurite, l’acqua razionata, e l’umanità – come spesso accade – si mostra più fragile dell’ambiente che distrugge.
Virzì costruisce un film corale, dove le storie si intrecciano in un mosaico umano variegato e disilluso: un ex detenuto alla ricerca di redenzione, un medico stanco e cinico, un’influencer in crisi d’identità, famiglie allo stremo e istituzioni sempre più lontane. Tutti personaggi che, pur nella loro caricatura, risultano tragicamente credibili. La regia tiene insieme il tutto con il passo nervoso di un’Italia che si sgretola lentamente, ma con dignità.
Il tono è quello amaro e grottesco tipico del regista, che non risparmia nessuno, ma non perde mai del tutto la pietà per i suoi personaggi. Non mancano momenti di satira pungente, ma il sorriso si congela spesso sulle labbra, subito sopraffatto da un senso di impotenza e da domande senza risposte.
Il cast, ben orchestrato, offre interpretazioni solide: spiccano Silvio Orlando nel ruolo del medico rassegnato e Monica Bellucci (in un cameo inaspettatamente autoironico), ma è l’intero ensemble a funzionare, a dar corpo e voce a una collettività stanca, confusa, eppure ancora capace di emozionare.