
Il Sindaco Elvezio
Sindaco del paese da quando l’autrice ne ha memoria, è come il glicine del vecchio municipio: c’era, c’è, e nessuno osa potarlo.
A nessuno viene in mente di cambiarlo, perchè a San Gaudenzio ci si affeziona e lui sta lì da sempre, seduto sulla stessa sedia che scricchiola a ogni consiglio comunale, col fazzoletto nel taschino e un’espressione tra il santo e il presidente della coop locale.
Quando qualcuno prova a candidarsi contro di lui (tre volte in trent’anni), la comunità lo guarda come si guarda un piccione in biblioteca: con stupore e un po’ di disapprovazione.
“Che fastidio vi dà, il nostro Elvezio?” dicono, come se fosse un mobile di famiglia, o la nebbia delle sei del mattino. Nonna Argia sospira: “Quelli erano solo brutte persone rancorose, venute a farci un dispetto da Bologna…”