L’associazione ambientalista: impianto impattante e non necessario, rischio idrogeologico e nessun vero processo partecipativo
Anche Legambiente Emilia-Romagna è intervenuta sul progetto della discarica di Galliera, e ne chiede il rigetto del progetto definendolo «impattante e non necessario».
Secondo l’associazione ambientalista, il vigente Piano Regionale Rifiuti e Bonifiche stabilisce che nuovi impianti di smaltimento di rifiuti speciali possano essere autorizzati solo in presenza di un effettivo fabbisogno regionale. Ma il Report Rifiuti 2024 di ARPAE evidenzia che, tranne una voce, in Emilia-Romagna si importano più rifiuti speciali di quanti se ne esportino.
«Se le discariche non ospitano solo rifiuti prodotti in regione – spiega Legambiente – ma, per motivi di business, diventano più convenienti per conferimenti da altri territori, diventa difficile individuare un interesse pubblico che giustifichi la riapertura della discarica di Galliera.»
Impatti ambientali e criticità idrogeologiche
Nel comunicato, Legambiente richiama i possibili impatti dell’ampliamento «su diverse matrici ambientali», sia a Galliera sia nei Comuni limitrofi. Tra i punti critici viene sottolineata anche la fragilità dell’area dal punto di vista idrogeologico: il fiume Reno dista meno di un chilometro e l’intero Comune rientra nel cratere del terremoto del 2012. Alla luce degli eventi alluvionali recenti, l’associazione chiede «una valutazione aggiornata delle mappe di rischio idrogeologico e che se ne tenga conto nella stesura del progetto».
Partecipazione e compensazioni
Legambiente mette inoltre in discussione le modalità di coinvolgimento della cittadinanza, ritenute «più informative che partecipative», perché il progetto verrebbe presentato senza possibilità di modificarne sostanzialmente i contenuti.
Un’altra criticità riguarda le compensazioni ambientali: per le discariche di rifiuti speciali, osserva l’associazione, i corrispettivi destinati ai Comuni e l’eventuale riconoscimento del disagio non sono definiti da una norma nazionale o regionale, ma dipendono dagli andamenti di mercato.
La posizione dell’associazione
«Chiediamo che l’Amministrazione e la comunità di Galliera mettano il bene comune – ambiente e cura del territorio – al di sopra degli interessi economici di un’azienda privata» conclude Legambiente