
Parroco di San Gaudenzio da tempi imprecisati (“da prima che facessero l’Ipertosano a San Giorgio”, dice lui).
È un prete di vecchio stampo, più da bicicletta e campanile che da social media. Trombettista mancato, ciclista convinto e sostenitore del catechismo vintage, dal pulpito parla a voce nuda, senza microfono, e se qualcuno russa si becca una predica personalizzata.
Non aggiorna i social ma conosce a memoria il calendario delle sante, le ricette dell’Argia e le colpe della comunità.
Benedice le case con l’acquasantiera in una mano e un caffè nell’altra. O un amaro, se è già mezzogiorno.
Con Amedeo si punzecchia, con Argia discute spesso di reincarnazione.
Nonna Argia, infatti, sostiene che il suo ex-marito sia la reincarnazione di un somaro (nei giorni buoni, in quelli cattivi si amplia la scelta degli animali da fattoria). Don Onesto la invita a essere una moglie più rispettosa. La discussione si conclude sempre con Argia che invita il Don a fare strani viaggi che, per educazione, non citeremo.
Con Dio, Don Onesto, pare, va abbastanza d’accordo.