Qualche giorno fa sono stata contattata da una famiglia di Galliera. Papà G. e mamma A. mi hanno scritto per chiedermi di raccontare la storia del loro figlio, un bambino con disabilità grave. Non cercavano visibilità fine a se stessa, ma la possibilità che la loro vicenda potesse diventare un esempio per altre famiglie. Le loro parole non erano di rabbia, ma di dolore e determinazione, con la speranza che nessun altro bambino si trovi a dover lottare per ottenere ciò che dovrebbe essere un diritto naturale: poter stare con i propri compagni, partecipare alle attività estive, sentirsi incluso.
Parlare pubblicamente di disabilità e diritti non è semplice, ma può accendere una riflessione più ampia. Per questo è importante raccontare questa vicenda, che riguarda non solo una famiglia, ma un’intera comunità.
Il caso di Galliera: la sentenza
Al termine dell’anno scolastico 2024/2025, A. e G. hanno chiesto che il figlio potesse frequentare un centro estivo gestito da una ASD sportiva con la copertura integrale delle ore educative necessarie. L’Unione Reno Galliera, ente responsabile del servizio, ne ha autorizzate 16 a settimana, in linea con la media nazionale delle ore di sostegno garantite agli studenti con disabilità. Le ore sono state distribuite su quattro giorni, escludendo il venerdì – solitamente dedicato alle gite. A fronte delle 190 ore complessive richieste dalla famiglia, ne sono quindi state concesse soltanto 80.
A questa decisione A. e G. hanno chiesto, assistiti dall’avvocata Laura Andrao, esperta di diritto per persone con disabilità, e dall’avvocato Tommaso Montorsi, l’intervento con urgenza al giudice del Tribunale di Bologna. Il Tribunale di Bologna ha riconosciuto questo comportamento come discriminatorio ai sensi della Legge 67/2006, ordinando la cessazione immediata della condotta e la piena copertura delle ore necessarie. La decisione sancisce un principio fondamentale: i vincoli di bilancio non possono giustificare la compressione dei diritti di un minore con disabilità.
Il quadro nazionale: più alunni, ma sostegno ancora disomogeneo
Il caso Galliera non è isolato. I dati ISTAT sull’anno scolastico 2022/2023 raccontano di un sistema che cresce ma rimane fragile:
- In Italia gli alunni con disabilità sono 338mila, pari al 4,1% degli iscritti, in aumento del 7% rispetto all’anno precedente.
- Ogni studente riceve in media 15,3 ore di sostegno settimanali (20,2 nella scuola dell’infanzia, 16,7 nella primaria, 13,4 nella secondaria).
- Ma 1 insegnante su 3 non ha una formazione specifica, e il 60% degli alunni cambia insegnante da un anno all’altro.
- Ammonta al 62% la quota di alunni con disabilità che non partecipano alle gite con pernottamento (72% nel Mezzogiorno). Il dato indica una forte esclusione dalle attività maggiormente socializzanti.
Se confrontiamo questi numeri con le 16 ore settimanali concesse a Galliera, emerge l’anomalia: il ragazzo avrebbe avuto diritto ad almeno 15 ore solo per adeguarsi alla media nazionale, ma la distribuzione (quattro giorni su cinque, con esclusione delle uscite) configurava una discriminazione indiretta. Non era solo una questione quantitativa, ma qualitativa: la riduzione di orario escludeva proprio le attività più socializzanti, come le gite.
Sport e inclusione: un diritto ancora in salita
La scuola non è l’unico ambito in cui emergono disparità. Lo sport, che la Convenzione ONU definisce diritto universale, è ancora un terreno minato per le persone con disabilità. Il rapporto CNEL Casi e materiali n.30 (marzo 2025) ricorda che il D.lgs. 36/2021 e il D.lgs. 62/2024 hanno introdotto importanti riforme, riconoscendo lo sport come leva di inclusione e non più solo come terapia.
Eppure, le barriere restano molte: impianti inaccessibili, mancanza di protesi sportive avanzate per ragioni economiche, regolamenti che escludono atleti anche se idonei. La giurisprudenza più recente ha condannato queste pratiche: la CEDU nel 2022 e la Corte d’Appello di Torino nel 2024 hanno ribadito che la disabilità non può essere usata come criterio di esclusione.
Il caso Galliera, che riguarda un centro estivo sportivo, dimostra quanto queste barriere si ripropongano nella vita quotidiana. Lo sport non è un “extra”, ma parte integrante del progetto educativo e sociale di un minore con disabilità.
Bilanci a confronto: Reno Galliera e Terre di Pianura
Dietro alle difficoltà locali ci sono anche le scelte di bilancio.
Dal raffronto dei Bilanci consuntivi dell’Unione Reno Galliera e dell’Unione Terre di Pianura, entrambe nella Bassa Bolognese e confinanti, emergono dati molto interessanti.
I bilanci 2024 della Unione Reno Galliera e Unione Terre di Pianura mostrano scelte chiare e in parte differenti su dove orientare le risorse pubbliche. Per comprenderne il significato non basta guardare alle cifre assolute: è importante rapportarle sia al totale del bilancio sia alla popolazione residente ( al 31.12.2023 75.944 abitanti nell’Unione Reno Galliera e 38.201 abitanti nell’Unione Terre di Pianura)
Istruzione e diritto allo studio – Missione 04
- Unione Reno Galliera destina 10,1 milioni di euro (CP, 12,6% del bilancio) all’istruzione, con pagamenti effettivi per 9,7 milioni (21,8% della spesa reale). Rapportati ai 75.944 abitanti, equivalgono a circa 133 € per abitante in previsione e 127 € nei pagamenti effettivi.
- Unione Terre di Pianura stanzia 4,1 milioni di euro (21,2% del bilancio), con pagamenti per 3,8 milioni (30% della spesa reale). Per i 38.201 residenti significa 108 € pro capite in previsione e 100 € nei pagamenti.
👉 In termini pro capite, Reno Galliera investe di più in istruzione; in termini percentuali sul bilancio, Terre di Pianura concentra sulla scuola una quota più alta della spesa effettiva.
Politiche giovanili, sport e tempo libero – Missione 06
- Reno Galliera stanzia 655 mila euro (0,8% del bilancio), con spese effettive di 725 mila (1,6%). In media, 8,6 € per abitante in previsione e 9,6 € nei pagamenti.
- Terre di Pianura non prevede né registra spese su questo capitolo.
👉 Qui la differenza è netta: solo Reno Galliera investe nello sport e nelle politiche giovanili, seppure con un peso limitato.
Diritti sociali, politiche sociali e famiglia (disabilità e sostegno alle famiglie) – Missione 12
- Reno Galliera assegna al sociale 29 milioni di euro (36% del bilancio), con pagamenti per 18,6 milioni (42% della spesa reale). Tradotto: 382 € per abitante in previsione e 245 € effettivamente spesi.
- Terre di Pianura stanzia 5,2 milioni (27% del bilancio), con pagamenti per 4,8 milioni (38%). Il che corrisponde a 137 € per abitante in previsione e 126 € effettivi.
👉 Reno Galliera, anche in termini pro capite, spende più del doppio rispetto a Terre di Pianura sul fronte sociale, famiglie e disabilità.
- In entrambe le Unioni, sociale e istruzione assorbono la quota maggiore della spesa: insieme rappresentano oltre la metà delle risorse.
- Reno Galliera diversifica leggermente di più, investendo anche in sport e giovani.
- Terre di Pianura concentra invece quasi tutta la spesa effettiva su sociale e scuola, che da sole valgono oltre l’80% del bilancio pagato.
La fotografia dei bilanci 2024 evidenzia un orientamento condiviso: il futuro delle comunità passa attraverso scuola e welfare, il cuore della spesa pubblica è rivolto a disabilità, famiglie e inclusione.
- Reno Galliera mette più risorse per abitante, soprattutto nel sociale, e diversifica gli interventi con sport e tempo libero.
- Terre di Pianura concentra le energie su scuola e sociale, con una struttura di spesa più essenziale ma molto focalizzata.
In entrambi i casi, la scelta è chiara: investire nelle persone, nei servizi educativi e nella protezione delle famiglie più fragili.
Conclusioni: non un costo, ma un investimento
Il caso Galliera mostra con chiarezza che il diritto all’inclusione, sancito dalla legge e dalla Costituzione, non può essere subordinato a logiche di bilancio. Il sostegno educativo e la partecipazione alle attività sociali devono essere garantiti in modo pieno, anche nei contesti estivi e sportivi, perché costituiscono parte integrante del percorso di crescita di ogni bambino.
I dati ISTAT confermano che lo standard medio nazionale supera le 15 ore settimanali di sostegno per studente. Tuttavia, la qualità dell’inclusione non si misura solo in quantità orarie, ma anche nell’accesso effettivo alle esperienze più significative, come le uscite e le attività di gruppo.
Dall’analisi dei bilanci emerge che l’Unione Reno Galliera investe in misura rilevante sul fronte sociale, con un impegno pro capite superiore rispetto ad altri enti del territorio. I numeri parlano chiaro: le risorse ci sono. Resta allora una questione di scelte e priorità. Sport e tempo libero non sono elementi accessori, ma strumenti fondamentali per garantire pari opportunità, sviluppo relazionale e benessere.
La sentenza del Tribunale di Bologna non è solo una risposta a un caso specifico. È un richiamo a non considerare mai i diritti come variabili dipendenti dai vincoli di bilancio. L’inclusione non è un favore concesso: è un obbligo previsto dalla legge. E va rispettato.
La battaglia di A. e G. non si ferma al riconoscimento di un diritto per il figlio, ma solleva una questione più ampia, che riguarda ogni famiglia con figli in condizioni di fragilità: nessuno dovrebbe dover rivendicare ciò che dovrebbe essere garantito. È con questo spirito che A. e G. lanciano il loro messaggio:
“… invitiamo le altre famiglie (…) con ragazzi fragili a far valere un diritto fondamentale che hanno i loro figli e quindi di denunciare alle autorità competenti la discriminazione…”
Francesca De Frenza