
Il suo laboratorio è minuscolo, stipato di stoffe, rocchetti, bottoni e bigliettini scritti a mano in un italiano tutto suo.
Cuce, rattoppa, accorcia, aggiusta, salva giacche da cerimonia dell’82 e tende ereditate dalla bisnonna.
Lavora velocissima, con l’ago che sembra telecomandato e una precisione che farebbe invidia alla NASA.
Parla poco, ma capisce tutto. Quando ha voglia, ride fortissimo, e allora tutto il negozio traballa.
Nonna Argia dice che ha “le mani benedette” e la consulta regolarmente per i suoi vestiti da tombola elegante.
Nessuno ha mai visto Mei Lin fuori dal laboratorio, ma si vocifera che al sabato faccia Tai Chi nel parco dietro la Coop, e che una volta abbia cucito un intero abito da sposa in una notte, solo per far contenta la figlia della signora Ivana.
Mei Lin non chiede mai il prezzo giusto, ma quando ti guarda con quegli occhi stretti e furbi, capisci subito che stai pagando quello che vale.
E allora lasci anche una mancia.