
(ovvero: come ambientarsi in un paese dove la nebbia sa più cose di te)
Benvenuti a San Gaudenzio, dove il tempo scorre lento ma gli eventi si susseguono a una velocità che neppure Google Calendar regge. Questa guida è pensata per chi è appena arrivato (anche se solo con la fantasia), per chi ha deciso di restare, o per chi si è semplicemente perso cercando Le Piazze di Castel Maggiore o l’Ipertosano di San Giorgio.
1. Orientarsi nel paese
San Gaudenzio si sviluppa secondo la logica antica della Bassa:
– un centro storico che comprende la piazza, la chiesa, il municipio e la trattoria “Da Argia”;
– un paio di vie residenziali con nomi di fiori (ma solo quelli resistenti al gelo);
– una zona industriale che ospita capannoni semiabbandonati, un rivenditore di trattori e una piscina frequentata da Nonna Argia e dalle sue amiche all’ora di pranzo
Se ti perdi, segui il rumore della tombola o l’odore di ragù: troverai Nonna Argia.
Lei ti darà da mangiare e, probabilmente, anche un giudizio sommario sulla tua pettinatura consigliandoti di andare da Rahim.
2. Le autorità locali
- Sindaco Elvezio: è in carica da prima dell’Euro. Si presenta solo alla Festa della Trebbiatura e alle cresime. Per tutto il resto, c’è la Pro Loco.
- Il Maresciallo: se lo vedi, cambia marciapiede. Non perché sia cattivo, ma perché se sei giovane ti dice che hai i pantaloni troppo bassi, se sei adulto ti chiede se hai pagato la TARI.
- Il Consigliere Ezio: se ti interessa sapere quante panchine ci sono in paese e quale è stata verniciata per ultima, è il tuo uomo.
3. Dove mangiare
- Trattoria “Da Argia” – gestita dai gemelli Elia e Alceste, cucina tradizionale con guizzi creativi tipo “raviolo destrutturato al profumo di falò”.
- Bar Sakura, Bar Cielo, Bar Fortuna – tutti gestiti da famiglie cinesi, ottimi cappuccini e gelati anche a gennaio. Alcuni dicono che servano anche un ramen “al ragù”, ma nessuno lo ha mai ordinato due volte.
- Festa di qualsiasi cosa – Se ti invitano a una sagra, vacci. Se ti dicono “porta qualcosa”, porta tanto, soprattutto alcol. Se ti chiedono se balli, tu balla.
4. Servizi essenziali
- Poste: c’è. Aprono quando vogliono, chiudono quando decidono. Amedeo, il postino, fa prima comunque.
- Scuola: l’Istituto Comprensivo “Don Milani (ma senza esagerare)” è guidato dal professor Palmieri, poeta ornitologico e amante delle pause lunghe.
- Ambulatorio: aperto un giorno sì e uno no, mai consecutivi. Se stai male, chiedi prima a Giuditta, la cuoca della scuola. Se dice che è influenza, lo è.
5. Come integrarsi senza fare brutte figure
- Non criticare il meteo: la nebbia qui non è un problema, è una compagna di vita.
- Non dire che vieni “dalla città”: serve solo a farti prendere in giro.
- Fai almeno una comparsa in una tombola: anche solo per comprare i dolcetti fatti da Mei Lin con gli avanzi delle stoffe (non si mangiano, ma stanno benissimo sul comodino).
- Non disturbare Don Onesto tra le 14 e le 15: si concede un amaro e un silenzio contemplativo che nessuno osa interrompere.
- Se ti chiama Nonna Argia, vai: non importa dove, non importa perché. Vai.
6. Feste, sagre e altre forme di agitazione collettiva
A San Gaudenzio c’è sempre qualcosa da festeggiare. Un elenco non esaustivo:
- Festa della Neve (anche se non nevica, basta un po’ di brina)
- Sagra della Zucca Tarlata e delle Pere Volpine
- Carnevale con il carro della Pro Loco (che ogni anno si fa saltare una ruota)
- Festival della Polpetta al sugo
- Rassegna del Cinema all’Oratorio (proiettano solo film con Gigi Proietti o Sandra Milo)
- Serate danzanti in piazza: si balla il liscio, la mazurca, I balli di gruppo, musica anni 70/80 e, occasionalmente, lo ska se il DJ sbaglia playlist.
7. Cose da sapere ma che nessuno ti dirà
- La Wi-Fi pubblica funziona solo se ti siedi sotto il platano vicino alla chiesa e tieni il telefono in alto.
- Nessuno paga il parcheggio, tranne Palmieri.
- Il cane del signor Emilio abbaia solo ai forestieri. Dopo due settimane, ti ignora: sei dei loro.
- Tutti sanno tutto di tutti, ma se non ti fai i fatti tuoi… ti raccontano anche i tuoi.
Benvenuta e benvenuto a San Gaudenzio.
Qui non ci sono centri commerciali, ma c’è sempre qualcuno che ti saluta.
Non c’è il cinema, ma la signora Ivana può raccontarti qualsiasi film meglio di Wikipedia.
E se ti viene voglia di andartene… tranquillo: succede a tutti.
Poi basta una cena sotto le luci della sagra e resti. Per sempre o per un’altra settimana. È uguale.