⏰ Mi sveglio alle 4.
Non per un improvviso entusiasmo verso la vita, ma perché tutte le fratture e cicatrici collezionate in anni di gloriosa incoscienza hanno deciso di indire un’assemblea sindacale notturna. Tema unico: dolore vibrante.
No, non è un’arbovirosi. È peggio. È arrivata LA GUAZZA.
Quella bastardissima umidità che ti impedisce di sudare e disperdere calore, ti soffoca il respiro e ti sussurra all’orecchio:
“Ciao, per stanotte tu non dormi. Perché sì. Perché sono stronza ma comando io.”
Una roba fastidiosa come una spina sotto l’alluce… ma con la capacità organizzativa di un generale prussiano.
(Tempo, cul e siori i fa quel che vol lori, dice il proverbio. Io aggiungerei anche la guazza alla lista).
💔 In giornate così, il mio amore viscerale per la Bassa vacilla.
Molto.
Tantissimo.
Tipo “cerco casa su Google a Bolzano”
Spoiler: non migliora. Non piove, non rinfresca, non succede niente. La guazza resta lì, come un ex che non hai mai bloccato su WhatsApp.
Forse, forse stasera, qualche temporale arriverà a salvarci. Ma non ci scommetterei nemmeno una birra calda.
Nel frattempo… trasformiamo il lamento in arte contemporanea.
🎨 Titolo dell’opera: Installazione umida con bestemmia silenziosa.